Nei mesi di ottobre e novembre del 2007 si è svolta la nostra terza missione presso l’Orotta Pediatric Hospital di Asmara in Eritrea.
Anche quest’anno, come nel 2006, la missione si è svolta in due parti: la prima dal 27 ottobre al 4 novembre 2007, quando la prof.ssa Ornella Milanesi, coadiuvata dalle dr.sse Elena Reffo ed Alessandra Grison, ha visitato in soli 7 giorni 253 bambini con esame clinico completo di ecocardiogramma, selezionandone 44 per intervento chirurgico.
In seguito alla prima missione, il dr. Andreas Urban, dell’Ospedale Skt. Augustin di Bonn, coadiuvato dalla Associazione Umanitaria “Hammer Forum”, ha potuto portare a termine nelle settimane dal 3 novembre al 17 novembre, 22 interventi nei bambini selezionati per la correzione.
Il team italiano diretto dal Prof. Giovanni Stellin e dalla Prof.ssa Ornella Milanesi, in collaborazione con ulteriori due cardiochirurghi, un cardiologo, quattro anestesisti/intensivisti, otto infermieri di terapia intensiva, tre infermieri di sala operatoria e due perfusionisti, dal 17 al 24 novembre, in soli sei giorni, è riuscito a correggere 18 bambini di età compresa fra 10 mesi e 18 anni, affetti da cardiopatie congenite. Nove di questi interventi sono stati eseguiti a cuore aperto, con l’ausilio della circolazione extracorporea. Due di questo 9 bambini erano stati sottoposti nel 2006 ad intervento palliativo, in preparazione della correzione avvenuta quest’anno. Quattro degli originali 44 bambini in lista operatoria, tutti con malformazioni cardiache non gravi, non erano disponibili al ricovero durante le tre settimane della presenza dei team tedesco ed italiano.
In collaborazione con il team tedesco siamo così riusciti ad esaurire le liste operatorie formulate, correggendo tutti bimbi selezionati per intervento nella prima parte della missione.
Tutti i pazienti operati, anche quelli affetti da cardiopatie congenite complesse, sono stati corretti con successo e potranno ora beneficiare di una vita normale.
Un altro risultato importante raggiunto quest’anno è che, per la prima volta, un cardiochirurgo eritreo, il dr. Joseph Tewolde Ghidei, ha portato a termine come primo chirurgo 3 interventi, coronando così quel programma di formazione iniziato sin dalla prima missione nel 2005 e completato a maggio di quest’anno quando lo stesso dr. Joseph è stato ospitato per 3 mesi a Padova per uno stage di aggiornamento presso il nostro Centro di Cardiochirurgia. Questo programma, condiviso e caldeggiato dal Ministro della Salute Eritreo, Dr. Saleh Meki, prevede di formare un team eritreo totalmente indipendente il quale possa far fronte alle esigenze di tutti i bambini cardiopatici non solo Eritrei, ma del nord-est Africa. In quest’ottica è previsto che nel 2008 la dr.ssa Tzagareda, cardiologa presso l’Orotta Pediatric Hospital di Asmara, abbia la opportunità di beneficiare anche lei di uno stage di aggiornamento trimestrale presso la Cardiologia Pediatrica di Padova.
Anche quest’anno, le attrezzature sono state ulteriormente arricchite da parte di noi italiani con la spedizione, lo scorso agosto, di un apparecchio ecocardiografico SONOS 5500 con relative sonde per neonati bambini ed adolescenti, donato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Questo importantissimo strumento per la diagnosi delle cardiopatie congenite resterà a disposizione per tutto l’anno della dr.ssa Tzagareda ed è uno strumento di estrema utilità per la diagnosi accurata e pertanto per il trattamento chirurgico adeguato.
La sala operatoria di cardiochirurgia, la terapia intensiva e sala di degenza semi-intensiva sono ora equipaggiate con attrezzature adeguate che permettono di effettuare interventi cardiochirurgici anche di notevole complessità.
La nostra prossima meta è quella dell’approntamento di una sala di emodinamica nella quale possano essere eseguiti cateterismi cardiaci necessari per integrare la diagnosi ecocardiografica, ma soprattutto per correggere le cardiopatie più semplici (dotto arterioso di Botallo e difetto del setto atriale, stenosi polmonare, stenosi aortiche e mitraliche) per via endovascolare, senza la necessità di intervento chirurgico. In questo modo, per la ridotta invasività di queste manovre, non è necessaria la degenza in terapia intensiva con grosso risparmio di personale addetto al decorso postoperatorio.
Un altro compito al quale ci siamo dedicati durante la missione del 2007, è stato l’insegnamento di argomenti di cardiologia, di cardiochirurgia e di terapia intensiva pediatriche agli studenti del IV° e V° anno di corso della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università di Asmara. A questa Istituzione, la Università di Padova ha donato strumenti per la didattica come proiettori e computer portatili per favorire lo svolgimento delle lezioni. Lezioni di aggiornamento sono state fornite anche al personale medico e paramedico dell’Ospedale Pediatrico di Asmara.
Da un colloquio con il Ministro della salute Saleh Meki, è emerso l’invito a che il prossimo futuro delle nostre missioni sia imperniato nella formazione del personale infermieristico, in una prima fase e, successivamente, medico, sia mediante lezioni ex cattedra che mediante il metodo dell’ ”in job training”, in modo da contribuire, nell’arco dei prossimi 5-7 anni, alla formazione di una equipe completamente indipendente, in grado di svolgere autonomamente sia il lavoro di “screening” che quello di correzione e di follow up dei bambini affetti da cardiopatie congenite nel Nord Africa.
Ancora una volta, la professionalità, la dedizione di tutti i sanitari in missione, i quali hanno utilizzato tutti, indistintamente, i propri giorni di ferie per poter portare a termine questa missione, unitamente al miglioramento di tutto l’apparato organizzativo, ha permesso di poter migliorare la nostra attività tanto da portare a termine interventi di correzione di malformazioni cardiache, anche complesse, con risultati comparabili a quelli dei migliori centri di Europa e del Nord America.
Ancora una volta è da ricordare l’importantissimo lavoro dell’instancabile signor Alem Demoz, rappresentante dell’Associazione “Un Cuore un Mondo-Padova” e coordinatore del progetto Elias, la cui dedizione è stata encomiabile, e frutto di lodi da tutti i sanitari locali e dal Ministro della Sanità Saleh Meki.
Molto è ancora da fare, ma qualcosa è stato fatto, con l’aiuto di molti, ai quali va il nostro ringraziamento, ma soprattutto il ringraziamento di 40 bimbi Eritrei e delle loro famiglie, che possono ora guardare con ottimismo al loro futuro.
Al nostro grazie aggiungiamo gli auguri di Buon Natale e di un Felice Anno Nuovo